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M(u)ovimenti si allarga: archeologia pubblica in movimento

Scatti di archeologia pubblica a Vignale e Salapia
Scatti di archeologia pubblica a Vignale e Salapia

 

La famiglia M(u)ovimenti si allarga e accoglie al suo interno altre tre “menti” altrettanto creative e in movimento, quelle di Giovanna, Giovanni e Roberto.

Sì perché se a separarci – tra Puglia e Toscana – sono più o meno 600 chilometri, ad unirci, oltre a un’amicizia e una stima reciproche, anche la comune convinzione che l’archeologia debba essere pubblica e che nostro dovere sia condividere gli obiettivi, i metodi e gli esiti delle nostre ricerche con tutti i cittadini, adulti e bambini.

In questi mesi ci siamo accorti che “Uomini e Cose a Vignale” e “Open Salapia”, i rispettivi progetti di archeologia pubblica che portiamo avanti a Vignale (Piombino) e a Salapia (Trinitapoli), hanno molti elementi in comune: il forte legame con il territorio e con la gente che ci abita; la ‘fragilità’ delle evidenze archeologiche che richiedono, da parte nostra, una comunicazione efficace e mirata in grado di rendere i cittadini tutti co-partecipi della loro tutela; la volontà di costruire una rete di enti, istituzioni, associazioni e volontari che possa trasformare la risorsa archeologica in valore culturale; la consapevolezza che gli archeologi debbano sempre più assomigliare a dei mediatori tra gli interessi della ricerca scientifica e i diritti dei cittadini, primo tra tutti il diritto alla conoscenza.

E allora abbiamo pensato di unire risorse, idee e progetti e fare di M(u)ovimenti un’associazione che si occupi in primo luogo di archeologia pubblica e che proponga modelli di comunicazione e condivisione di aree e siti di interesse archeologico, a partire da due contesti campione: Vignale e Salapia.

Vogliamo provare a dimostrare che probabilmente anche per quel che riguarda l’archeologia pubblica, come per altri ambiti disciplinari della ricerca archeologica, è possibile e quanto mai necessario individuare standard, buone prassi e principi condivisi da adottare nei diversi contesti. E che coordinarci nei programmi e nelle azioni può servire a ottimizzare i nostri sforzi, accrescere le sinergie, migliorare la qualità degli interventi, moltiplicare la partecipazione e produrre nuove visioni.

Un esperimento, che probabilmente non ha eguali, almeno qui in Italia. E di cui avvertiamo sì il peso e la responsabilità, ma anche l’incredibile potenzialità.

L’inizio insomma di una nuova avventura, ma anche di una grande sfida.

 

Giovanna Baldasarre

Giovanni De Venuto

Elisabetta Giorgi

Roberto Goffredo

Samanta Mariotti

Nina Marotta

Francesco Ripanti